Il genio psichedelico dei Pink Floyd, il "diamante pazzo", in una parola Syd ci ha lasciati. La notizia mi ha lasciato davvero di merda. Con lui se ne va un pezzo di storia della musica, ma prima di tutto se ne va un incredibile genio, una mente come poche altre, un uomo che ha scritto musica quasi indecifrabile ancora dopo 40 anni... Grazie di tutto, Syd. "Remember when you were young, You shone like the sun..."
Già...sono sempre i migliori ad andarsene,ma forse è perchè si meritano un mondo migliore di questo. E speriamo che lo trovi Syd.
cazzo l'ho saputo solo oggi e ci sono rimasto veramente di merda anch io....."we wish you were and you are there"...R.I.P.
Syd rappresenta un'era in cui i musicisti potevano almeno provare ad esprimere quel che sentivano e la gente provava ad ascoltare quello che gli artisti avevano da dire. E tanto per non scordarsene, qualcuno gli pubblicava i dischi. Il modo migliore di ricordare Syd, per quanto riguarda gli addetti ai lavori, sarebbe quello di permettere ai nuovi artisti di esprimersi. Mentre oggi ti dicono cosa devi suonare, come devi suonarlo e che look devi avere. Ragazzi sono incazzato nero. Non sarà giusto ma lo sono lo stesso!
In effetti per me è giusto eccome incazzarsi. Anzi dovrebbero incacchiarsi tutti molto di più. Occorrerebbe avere molto più rispetto per chi fa musica sul serio e non fare di ogni erba un fascio. Oggi essere artisti è impossibile. I locali fanno suonare quasi solo cover band. I dischi non li compra più nessuno e le radio tramettono solo musica del menga. Provate ad andare a parlare con un proprietario di pub o con un dj radiofonico e sentirete cosa vi dice. Parlategli di Syd Barrett e vediamo se non vi ride in faccia e non vi fa una tiritera assurda su come è cambiata e migliorata la musica negli ultimi 40 anni. L'artista viene a trovarsi tra il martello dei poteri forti e l'incudine dell'ignoranza dilagante. La gente è molto responsabile di tutto ciò in quanto accetta tutto supinamente senza fare assolutamente nulla per cambiare la situazione, anzi remando nella stessa direzione di chi la musica l'ha fatta a pezzi e continua a farlo giorno dopo giorno!
Su, avanti, vedete perchŽ dico che qua sembra davvero che si voglia un revival degli anni '60? Non si pu˜ per ogni cosa dire che si stava meglio quando si stava peggio! Trovi che la musica attuale sia "musica del menga"? Gusti tuoi personali. Personalmente, invece, trovo che ci siano dei gruppi validi come quelli di una volta. E non credere che all'epoca il mercato discografico non esistesse. A me piacciono artisti come Jimi Hendrix, i Doors, i Queen, una marea di bluesmen come mi piacciono gruppi contemporanei dai Radiohead, agli Afterhours, ai Rammstein. I Beatles (i primi Beatles) erano un gruppo commerciale paragonabile a Tiziano Ferro o ai Blue. I Beatles vennero tutti vestiti da professionisti. Le canzoni di un qualunque gruppo vengono arrangiate (soprattutto all'inizio) da arrangiatori professionisti. E poi, il discorso sui pub, non vuol dire nulla! Qui a Bologna c' un circolo ARCI chiamato Onagro che mette su Guccini, Capossela se non addirittura "Bella ciao" e se gli chiedi di metterti su gruppi come i Blue ti ride in faccia. E ti ride in faccia con lo stesso gusto del DJ del Cocoric˜ a cui chiedi di mettere su "Light my fire". Oppure, non so se da voi ce n' uno, so di per certo che a Milano c': andreste mai a chiedere al Transilvania di mettere su De AndrŽ? Se lo faceste sareste derisi a ragione visto che ogni locale, ogni radio ha il suo target. Non esiste musica buona o musica cattiva. Pu˜ esistere musica pi impegnata e musica pi commerciale, ma non vedo perchŽ preoccuparsene. Io detesto i libri best sellers, ma non cerco di convincere il commesso di Feltrinelli a dare alle fiamme l'ultimo di Dan Brown.
Concordo con electricstar; porto l'esempio della mia citta', Varese: 1. NON ESISTONO posti dove musicisti emergenti, che scrivono la propria musica, possano suonare; 2. gli unici (pochi) locali esistenti che fanno musica live prendono SOLO cover band e tribute band; 3. IDEM come sopra per le varie feste della birra. Questo porta di di fatto ad un soffocamento della musica: e' impossibile che nasca della musica originale quando tanto non la puoi portare da nessuno parte... E si finisce che i pochi gruppetti (li conti sulle dita delle mani) che fanno pezzi originali, beh i loro "pezzi originali" sono le classiche canzonette pseudo-rock all'italiana che non sono ne' nuove ne' belle... Non che non esistano i bravi musicisti, per carita', ma sono tutti appiedati da questa soffocante atmosfera di ignoranza musicale. Negli anni '60 esisteva (non da noi, comunque) un gran numero di locali che davano ai giovani musicisti l'opportunita' di confrontarsi con il pubblico, cosa estremamente importante per un musicista (lo dico per esperienza personale), e che cmq da un'ovvia soddisfazione... Prendiamo per esempio l'UFO di Londra dei primi anni '60: li' nascevano nuovi stili, nuovi generi; li' sono nati i Pink Floyd, se non avessero avuto la possibilita' di esibirsi, sarebbero ancora li' a provare tra di loro See Emily Play... Apo, e' vero che ci sono locali dove mettono buona musica (sull'esempio tuo di "Bella Ciao", io citerei il circolino di Bosto qui a Varese), su questo non ci piove, quello che manca sono gli spazi per la musica nuova, scritta dagli artisti giovani: gli unici che sfondano sono i vari Tiziano Ferro ecc. perche', secondo te? Perche' gli altri, gli artisti "veri", non li caga nessuno, non possono farsi ne' un'esperienza live ne' tantomeno procurarsi un contratto, semplicemente perche' NON C'E' SPAZIO PER LORO. (nb: tu stai a Bologna, che e' diverso penso, almeno per la "fama" che ha la tua citta', ma prova a mettere fuori il naso per un attimo, e poi ne riparliamo...) Questa e' la cosa grave secondo me. Non Tiziano Ferro o i Blue, chi cazzo se ne frega, quelli basta che spegni la radio o cambi canale, e tutto e' risolto... In ogni caso, io appena riesco me ne vado da qualche altra parte dove la musica la considerano davvero (Londra, per esempio )
Qui a Bologna ce ne sono diversi di locali in cui suonano gruppi emergenti: c' il Covo, il Transilvania, l'ExTir˜, il Lord Lister, ecc... Verissimo, io vivo a Bologna, ma questo non conferma il problema, anzi. L'avrebbe confermato se tu avessi detto che negli anni '60, a Varese, era pieno di locali in cui poter suonare mentre ora no. Per esempio, qui a Bologna mancano quasi totalmente locali metal, ce ne sono soltanto due uno pi un posto per troiettine quattordicenni, l'altro potete vedere com' su www.decadence.cc. Diciamo che il problema che in molte cittˆ mancano locali di un certo tipo, non che Barret il simbolo di un'era in cui i musicisti potevano suonare. La situazione la stessa. A Londra c'erano locali in cui suonare come ce ne sono ora, a Varese non ce n'erano come non ce ne sono.
Ringrazio Vox e janis89 che hanno capito quel che intendevo dire e chiarito per me alcune cose. Però Vox su una cosa sbagli, non è esatto dire che qui in italia la situazione è sempre stata questa. Certo non ci sono mai state le possibilità che ci possono essere a Londra ma il fatto è che qui in Italia c'è stata una involuzione anziché una evoluzione. Parlate con i papà e con i nonni e vedrete che qualcosa vi diranno. Per fare un esempio già negli anni 50 in diversi ristoranti della mia città c'èrano gruppi musicali (a quel tempo suonavano il swing). I ristoranti esistono ancora ma la musica live non ce la fanno più da una vita. In seguito negli anni 60' e 70' se suonavi tutti volevano sentire cosa facevi, un buon gruppo trovava da suonare perché la gente era diversa, il concetto era "ah suonate? Bello e cosa? Se vuoi ti facciamo sentire... ah si? Ganzo, fatemi sentire dai... Nessuno mai si sognava di dire ai musicisti cosa dovevano suonare che infatti è un assurdità totale! La cosa importante era che fornissero un buon intrattenimento, tutto qui. Adesso invece c'è un vero e proprio ricatto: o fai lo schiavo e strimpelli a comando come una scimmia ammaestrata le coverine che piacciono al bossettino del locale oppure non suoni. E non parliamo poi dei compensi e delle altre questioni correlate. E la cosa peggiore è che le band (anche alcune che preferirebbero suonare pezzi propri) cedono al ricatto di fatto giustificando e determinando loro stesse che questa situazione continui e danneggiando tutte le altre. Confermo che Syd può essere benissimo un esempio di una epoca dove vi era molta libertà per l'artista che oggi non c'è (nemmeno a londra) fermo restando che la situazione a londra è totalmente diversa da quella italiana, mi pare ovvio. Guardate che io posso ammettere tranquillamente che la libertà concessa agli artisti negli anni 60 era persino eccessiva: qui in italia non puoi fare nemmeno pezzi di rock and roll in quanto anche quelli sono troppo alternativi se te li firmi da solo. Mentre va benissimo se fai la brutta copia e l'imitazione di Elvis. Questo è quello che non va qui in Italia. Se scimmiotti vai bene se sei te stesso non vai bene. Cioè l'esatto opposto di quello che dovrebbe essere! Altro che psichedelia e sperimentarismo. Qui siamo al rifiuto (salvo pochi casi) di qualunque cosa che non sia tribute band e cover band. Si richiede (e si incentiva) espressamente il surrogato e si rifiuta (e si disincentiva) espressamente l'artista. Ora siccome questo accade in tutte le città italiane (ovviamente ci sono città un po' più fortunate di altre che comunque non possono certo sopportare l'impatto del numero di band che meriterebbero di suonare) da ciò si deduce per logica che esiste un <b>problema culturale nazionale</b> di fondo iriguardante gli operatori culturali in oggetto (e non solo loro). Oh, e si noti che anche le agenzie di spettacolo selezionano le band secondo il "criterio rovesciato". Le mie sono osservazioni basate sui fatti, non è una questione di opinioni. Per quanto riguarda le radio locali, anche esse non farebbero altro che il loro dovere a dare spazio alla cultura locale (dato che sono network locali) invece tutte clonano la loro programmazione orientandola sulla musica commerciale. Ora tutta questa situazione dovrebbe far riflettere perché significa che già gli operatori della divulgazione culturale già al livello più basso (pubs e radio locali) ostracizzano la musica originale, fungendo da collo di bottiglia. Figuriamoci un po' come fa un artista a crescere di livello. Sia chiaro comunque che io non scrivo per fare polemica, ma semmai per far riflettere chiunque legga su quanto siamo messi male in Italia. E soprattutto per esortarvi a fare qualcosa in propostito. Infatti la principale responsabilità è proprio del pubblico, dei giovani e della gente normale che non alza mai il telefono per chiamare una radio e dire, vorremmo sentire il cd del gruppo tal dei tali. Oppure vorremmo una trasmissione dedicata alla musica emergente ed ai nuovi talenti. Che non vanno mai dal gestore del pub a dirgli... ma come mai non chiami mai il grippo genoveffa rock ed invece ci propini sempre le cover del gruppo che preferivi quando ti masturbavi a giornate sane? Tutti stanno su internet a giornate ma mi domando quanti appassionati di musica si son presi la briga di mandare una email ai locali (ormai hanno tutti il sito), e così via. La situazione potrebbe essere cambiata ma starebbe a tutti noi contribuire per cambiarla. Diversamente, se le cose vanno male e sempre peggio allora non lamentiamoci. Per il resto questo era un thread per omaggiare Syd ed io ho solo detto che "il modo migliore di ricordarlo" non è appunto farsi una overdose della sua musica o di qualcos'altro, ma appunto tenere presente cosa rappresenta musicalmente.
Per quanto riguarda la questione del suonare anche in ristoranti, ecc..., vorrei far notare una cosa: il genere che si faceva all'epoca, come hai detto tu, era lo swing. Prova a mangiare ascoltando dello swing e prova a mangiare ascoltando dell'Hardcore, poi mi dici quanto hai impiegato a digerire. E poi, non che in un locale ti si chieda di suonare quello che piace al "bossettino", ma quello che piace al target del locale. E questo tanto valido ora come allora. Se io vado in un locale dark a suonare del blues, tanto se non mi trovo una borchia in mezzo alla fronte. Io non so neppure da dove vieni, ma o qui a Bologna le opportunitˆ di suonare sono dieci volte quelle del resto di Italia, o non me lo so spiegare. Diversi miei amici suonano in locali, e non ce n' uno che faccia cover. Chiaramente non suonano pezzi a mo' di Grateful Dead, perchŽ non il genere che va ora, ma ho amici che suonano rock stile Guns, amici che fanno hardcore melodico, emo, metal, e via dicendo. C' RadioFujiko che passa una marea di musica alternativa. Il discorso del voler gente che non se stessa giusto entro certi limiti. Per fare colpo su un produttore non basta essere se stessi, bisogna anche essere originali e di talento. Se suono canzoni mie che per˜ sono tutte uguali e orrende, non vado molto in lˆ. La chiusura mentale di produttori e proprietari di locali non a priori. Non snobbano chi fa musica propria in favore di chi fa cover, il fatto che chi fa musica propria di qualitˆ una frazione rispetto a chi fa cover (di qualitˆ).
Apo, mi sa che la città in cui vivi è una grande eccezione, perchè, per il resto, io mi ritrovo molto nel discorso di electricstar, che era poi quello che intendevo dire io, solo più dettagliato. Io parlavo più che altro della situazione attuale, non so esprimermi su quella passata fondamentalmente perchè non ero lì a vedere come andavano le cose Dalle mie parti, gli unici gruppi che fanno pezzi originali, fanno punk alle feste della birra. Ora, io non ho nulla contro il punk, ma se tutti suonassimo punk, non si andrebbe da nessuna parte... e in ogni caso, anche il punk medesimo, per principio contro ogni forma di commercializzazione e massificazione, è stato da anni trasformato in un prodotto modaiolo per ragazzini figli di papà... Cmq, concordo appieno sul fatto che in Italia la situazione sia di diffusa ignoranza nel campo della musica moderna. Abbiamo divagato un po' rispetto all'intenzione originale del 3d, ma discutere sulla musica penso sia sempre e cmq importante
Resto della mia opinione che a ogni tuo post riceve conferme che, IMHO, si identifichi un problema con un altro. Varese non so quanto sia grande, ma credo che ci siano meno giovani che a Bologna e che, di conseguenza, ci siano anche meno locali. Per˜ tu ora mi dici che qualcuno che riesce a suonare c' e che suona punk. A me viene sempre pi in mente che il problema di fondo sia il genere musicale e non la possibilitˆ di fare musica propria, di distinguere tra musica buona e musica cattiva invece che tra musica che mi piace e musica che non mi piace. Non so se ho giˆ fatto questo discorso, ma mi sembra che la questione sia come quella che c' tra libri degni e best sellers. Personalmente detesto i bestsellers per motivi ben precisi come detesto la musica commerciale ma non vedo su quali basi sia possibile affermare che non sia musica buona. Ognuno ha i propri criteri con cui decide se qualcosa valido o meno, ma nessuno di questi criteri definibile universale. Bologna sarˆ anche un'eccezione, ma credo che nella miriade di cittˆ pi grandi della mia, le possibilitˆ crescano esponenzialmente.
Sottolineo l'ultima frase,come puoi immaginare,al contrario,nelle città più piccole le possibilità diminuiscono quasi fino ad annullarsi!E ti garantisco che ce ne son di gruppi qui,di tutti i generi,che poi-come hai detto-posssono piacere o meno,resta comunque che nessuno li fa suonare mai!E' proprio la testa delle persone a volte che non va,perchè qui,dove vivo io,i proprietari dei locali,a coloro che chiedono di poter fare musica live,rispondono che ''è categoricamente esclusa questa opzione'',ovvero,la eliminano a priori! e contro questo non saprei proprio cosa fare.
No, forse non mi sono espresso bene: i gruppi punk ci sono, ma sono veramente pochi quelli che suonano in giro, due o tre. Poi, Varese non è affatto piccola, certamente più piccola di Bologna, ma non è Caronno Pertusella, cioè, è una città di discrete dimensioni; non penso proprio che il tuo ragionamento sia giusto, o perlomeno non si applica a Varese.