il cazzo di barack

Discussion in 'Italian' started by jagerhans, Feb 7, 2009.

  1. jagerhans

    jagerhans Far out, man. Lifetime Supporter

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    ecco come Al Goldstein ha salutato la presidenza Obama.
    (non mi affrancherò mai dalla passione punk di pigliare sanguinosamente per il culo tutti, soprattutto i santi e gli dèi)

    L’insediamento di Barack Hussein Obama, figlio di un africano, ha
    trasformato il mondo.


    Sono un povero morboso bastardo ebreo, un negro bianco. Tirato su da una
    madre che cornificava il mio vecchio, sono stato educato sulle strade di
    Brooklyn… Mi sono arruolato al tempo della guerra in Corea perché non
    avevo i soldi per l’università… Ho vissuto nei bassifondi di quella
    classe media che conservava un tenue barlume di speranza nell’era del
    dopoguerra. Per buona sorte ho ricevuto un’educazione libera, che mi ha
    distinto dagli altri mal-allevati-giudei, le cui famiglie avevano ancora
    macchie rosse sul loro muso a forza d’ingoiare zuppe di barbabietole.
    L’istruzione mi ha dato la possibilità di realizzare il sogno americano.
    Il mio era un sogno bagnato: fighe bagnate, troie bagnate, passere dalle
    labbra bagnate. Ho fatto un sogno (figa, figa, figa) e il mio sogno è venuto… sì, è “venuto”… al mondo.

    Barack Obama: hai realizzato i sogni di milioni di negri spiantati, la
    classe subalterna e oppressa che per più di trecento anni ha tenuto
    duro. Hai tolto le catene a ogni uomo, donna e bambino nero, a ogni
    perseguitato dall’uomo bianco. Lode a te.

    Mr. Obama, ti ho visto in tv alle Hawaii, fiero e senza camicia. Ho
    visto quel turgore nei tuoi bermuda. Così grosso, così africano, così
    spaventoso agli occhi di un bianco. Per diventare il leader del Mondo
    Libero non hai usato solo i tuoi anni di Harvard: hai usato e
    pavoneggiato quel cazzo da Mandingo per sottomettere l’establishment
    bianco. Ha funzionato… e io ho sempre sostenuto la teoria che un uomo
    per raggiungere il successo in questo mondo può usare solo tre cose: 1)
    i soldi, 2) la forza bruta (per esempio, dei guerrieri ricoperti di
    muscoli), 3) la capacità di trovare figa (e un cazzone in questo senso
    aiuta!).

    In senso darwinista, hai usato ogni mezzo necessario per arrivare nel
    posto in cui ti trovi. Dovrebbero prendere un calco del tuo cazzo (come
    hanno fatto con la faccia di Lincoln e con le mani di Rachmaninov) e
    colarlo in bronzo. Dovrebbe stare nello Smithsonian Institute, vicino
    alla dentiera di Washington.

    Se ti serve una mano mentre sarai al servizio di questo paese, non
    esitare a passare dal Brooklyn VA Hospital. Di solito non rispondo, ma
    basta che il tuo segretario generale faccia riferimento al “negro di
    turno”. Aspetto la tua chiamata. Cazzo, sei un grand’ uomo!

    Ti amo, Obama!
    Baci,
    Al Goldstein
     

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