http://video.google.it/videoplay?docid=-3981364972665945187&q=Woodstock Fratelli e sorelle, sicuramente avrete gia' visto questo video. Se non l'avete ancora fatto.. beh, mette i brividi. La parte iniziale deve servirci da esempio per il prossimo incontro. Che la pace sia con voi.
Tu ancora non c'eri quando se ne discusse, quindi ritiro fuori l'argomento con te. Premetto che detesto gli atteggiamenti nostalgici e di emulazione. Perché bisogna fare una nuova Woodstock? Perché bisogna tornare a comportarsi come 40 anni fa? Perché bisogna tirar su una pantomima versione Hair o manifestare come se si fosse negli anni '60? Io non capisco la vera utilità dei revival se non come puro aspetto.
Chiariscimi una cosa, fratello: che significa la tua risposta? Quello e' solo un video in cui si vedono degli Hippie che si preparano ad assistere al concerto di Woodstock. Dimmi un altra cosa: dove ho detto che bisogna fare una nuova Woodstock? E, infine: ma tu accetti in qualche modo gli ideali della controcultura? Parliamone, fratello. Che la pace sia con te.
Non forse tuo questo thread? http://www.hipforums.com/forums/showthread.php?t=199003 Non dici forse che sarebbe bello "rivivere gli anni '60"? Mettere su una piccola Woodstock? Non dici forse questo? La mia risposta per collegarmi ad una discussione (una delle poche davvero tali) in cui si parlava di cosa si poteva fare ORA. E per l'ultima domanda, ti rispondo che ho ideali di controcultura ma che non sono un nostalgico. Che i mezzi, oggi, sono molto differenti e pi potenti di allora e non vedo perchŽ si deve rifare tutto come 40 anni fa. E, per esperienza, so che spesso chi vuole apparire non ha contenuto. Mantenere gli ideali di controcultura non significa andare in giro con i fiori tra i capelli chiamando la gente fratello e aprir bocca solo per dar aria ai denti. Gli anni sono diversi, i mezzi diversi, le battaglie diverse. E non vedo come idolatrare l'aspetto meramente estetico di un movimento (che neppure tale si pu˜ chiamare) possa significare condividere i valori di controcultura. Per esperienza so che chi fa cos“ spesso (non sempre ma spesso) un piccolo Alceste Campanile. E ripeto, evita di mandarmi messaggi dicendomi di ripassarmi grammatica e sintassi visto che l'ironia non contenuta nŽ nella prima nŽ nella seconda.
Bene, abbiamo gli stessi ideali. A me piacciono gli usi e costumi di quegli anni, se cosi' possono essere definiti, e a te no. Dov'e' il problema?
Ricordati che mantenere gli ideali di controcultura significa chiamare ognuno fratello o sorella, in quanto noi tutti siamo figli di madre terra. E tu non lo stai facendo. Ho detto si' di ricreare una PICCOLA woodstock, solo come esempio, in modo da incontrarci. Rivivere gli anni 60 e 70 significa rivivere la controcultura come la vivevano coloro che l'hanno inventata, per sentirla piu' profondamente. Mi sembri piuttosto... non so cosa, fratello. Datti una calmata.
Io non ho alcun problema. Volevo sapere la tua opinione e sono stato attaccato gratuitamente. Tra noi due non sono io ad avere problemi.
Ok, forse non avrai un problema, ma hai espresso la tua opinione attaccandomi. Tu mi hai quasi accusato. Forse sono io ad aver sbagliato, e va bene. Se mi accusi di non avere contenuto, beh, datti una calmata un'altra volta. Ho letto un bel po' di roba sulla cultura Hippie, tra cui un libro e svariate recensioni. Non so... e' difficile fare un esempio. Non acquisteremo mai un identita' tutta nostra se non abbiamo lo stesso modo di presentarci al mondo. Non risulteremo mai un gruppo compatto, capisci? Negli anni 60 e 70, se io ero un Hippie e tu un altro, e vestivamo come Hippie, ci potevamo qualificare di ideale affine. Io avrei saputo che i nostri ideali erano gli stessi e quindi mi sarei potuto fidare di te. Per ultimo, ma non per importanza, dobbiamo avere un immagine esteriore coerente con la nostra immagine interiore. Guarda, magari ho sbagliato, non sono certo Dio, ma potresti essere anche tu dalla parte sbagliata.
Ti ripeto, tu hai cominciato ad attaccarmi pensando che io avessi detto chissà cosa per quella traduzione quando, a mio parere, non si capiva il senso del tuo messaggio. Inoltre, non chiamare una persona "fratello", non significa nulla, come chiamare la gente "fratello". È quello che dicevo circa l'essere e l'apparire. L'importante è credere nell'uguaglianza, non dare un nomignolo. Inoltre, se io avessi una religione che non interpreta in alcun modo quella che chiami "madre terra" (come il cattolicesimo di cui, mi sembra, sei fedele), devo chiamarti fratello? Chi non dimostra di credere in certi ideali, sei tu. Io sto continuando a parlarti tranquillamente, ti ho chiesto di spiegare meglio una frase ambigua e di dirmi il tuo punto di vista su un argomento. Tu, come risposta, dici che ho qualche problema, che non conosco grammatica e sintassi (questa poi vorrei capire su che basi si fonda), mi attacchi due volte nel giro di cinque minuti mandandomi due messaggi personali e continui tutt'ora. Mentre io stavo cercando di sviluppare una discussione su un argomento serio e cercando di evitare ad una persona straniera che non capisce una mazza di italiano di non avere confusione. A me questo non sembra l'atteggiamento di chi ha certi ideali tra cui, vorrei ricordartelo, c'è anche il rispetto. Spero che questo messaggio tu riesca a leggerlo con il vero senso tranquillo che ha e che ho da quel novembre di due anni fa, quando mi sono registrato.
L'abito non fa mai il monaco. Se io e te avessimo avuto lo stesso vestito, non voleva affatto dire necessariamente che condividevamo qualcosa. Come già dissi, esistevano hippie che non credevano affatto a ciò a cui credevano altri. Le cose si sono sempre fatte per moda. Il rischio e che tu mi dia (o non dia) valori che ho o non ho. I valori di una persona si conoscono quando si parla con questa. Inoltre, la controcultura di 40 anni fa non è poi più così tanto "contro" in quanto, e se sai qualcosa di antropologia e sociologia dovrebbe essere palese, buona parte è stata assimilata. Ora ci sono altri problemi e sono nati nuovi movimenti (questa volta davvero "movimenti").
ragazzi, secondo me avete ragione tutti e due perchè all' interno di una (contro)cultura ci sono anche idee non dico opposte ma un pò diverse, ma è sia vero che quello che conta è sia la parte interiore sia quella esteriore anche se quest ultima naturalmente è solo lo specchio di ciò che uno ha dentro, direi quasi come una copertina...secondo la mia misera opinione posso dire che un hippy non si riconosce da come dice di essere o come si veste ma da come agisce nella vita di tutti i giorni ( con questa cosa non mi sto riferendo a nessuno di voi, ricordate!! ) e magari è più hippy uno che non sa neanche il sigificato di questa parola (apo con il vecchio riferimento al poverino del wwf in un vecchio tread) che magari noi che discutiamo molto su questo termine e tutto il mondo che ruota dietro a questa fantastica parola che nessuno sa bene cosa significa e che noi che ci definiamo hippy stiamo cercando di decifrare questo splendido termine e quando avremo aperto le porte che nasconde questa parola saremo finalmente coscenti del significato di questa parola che pochi o nessuno conosce ancora perchè questo è il mondo dell'odio del razzismo e della guerra...scusate ho divagato... comunque pace fratelli!
Ma per piacere! Tu hai sempre risposto in modo provocatorio, e non in pace come dici. Da come rispondi sembra che tu non sia un Hippie, nel modo piu' assoluto! Nella prima risposta hai fatto tre domande precise, che servivano chiaramente a negare quello che avevo detto. E' come dire "Fai come vuoi, secondo me stai dicendo una cazzata assurda". Cioe', mi hai attaccato.
Chiedo scusa se mi intrometto,però mi sembrava doveroso dire una cosa a dreamingwight:non serve che tu dica ad Apo'' da come rispondi sembra che tu non sia un hippie'',perchè secondo me qui dentro,di hippie vero non ce ne è nemmeno uno,e non ci puo' essere.Il ''movimento'' hippie è degli anni 6o e 70, e ora siamo nel 2006...Gli ideali potranno essere magari in parte condivisi,ma come diceva Apo,i problemi ora son altri,l'ambiente è un altro e i tempi son cambiati.Un esempio banale?Vorrei sapere chi qui dentro non ha un telefono cellulare...Probabilmente ce l'hanno tutti,cosa che nei '70 nemmeno esisteva,e se si volesse essere coerenti fino in fondo con l'ideologia e gli usi hippie,non lo dovremmo avere credo.Qui l'unica cosa che possiamo fare è lottare per i problemi di adesso,partendo anche dalle piccole cose,ma in maniera concreta,perchè a parole è semplice,la difficoltà sta nei fatti,come sempre.
Non posso che quotare in toto il post di janis e quello di jimi, era proprio il punto a cui volevo arrivare. Io non sono un hippie, come non ce ne sono qua dentro ed è giusto così. Le mie domande non servivano a negare nulla, servivano da incipit ad una discussione che, IMHO, è fondamentale, è il vero punto di partenza. Perché, ahimé, la quasi totalità della gente, me compreso, ha in testa uno stereotipo di hippie, non un vero hippie. Per questo, spesso, si segue qualcosa che neppure esiste, un sentiero che mai è stato battuto e non si mantengono i piedi a terra. Si deve sognare, certo, ma anche restare realisti. Come diceva Eduardo Galeano: "L'utopia è una donna bellissima che vedo sullo sfondo. Io avanzo di due passi, lei arretra di due. Io avanzo di tre, lei arretra ancora. A cosa serve allora l'utopia? A camminare". Bisogna seguire un ideale ma con i piedi per terra. Se avessi voluto dire "fa' come vuoi, per me dici cazzate", ti avrei detto che sei un illuso e non avrei tentato di intavolare, quasi invano, una discussione.
Va beh, se la mettiamo cosi' mi sta bene. Riguardo a janis89, e' vero che qui di Hippie vero non ce ne e' neanche uno, ma qualcuno ci si avvicina di piu', qualcun altro no. Alla fine l'avete visto il video di Woodstock? Era a questo che serviva il thread...
Certo che l'ho visto! Anyway,visto che stiamo qui...Cerchiamo di impostare un qualcosa che si avvicini a un discorso serio?Del tipo,(non so , magari dovrei fare un nuovo thread?)Avete sentito della proposta di Ermete Realacci,attuale presidente della commissione ambiente che dice di voler eliminare i sacchetti di plastica entro il 2010? Credete sia possibile?Dice che,giustamente,l'inquinamento dovuto alla loro combustione diminuerebbe molto.Che ne pensate?...Lo apro in un altro post?
Il problema è che se si eliminassero le buste di plastica, si dovrebbe ripiegare su qualcos'altro. O si usano i sacchetti di plastica biodegradabili o si usano buste di carta o si usano buste riutilizzabili. La terza opzione, per quanto sia la via migliore, presuppone un certo spirito da parte di chi le utilizzerebbe che non è detto ci sia. Molti se le dimenticherebbero, e comunque, una volta usurate, andrebbero smaltite. Certamente però, essendo il numero inferiore, lo smaltimento sarebbe meno dannoso. La plastica biodegradabile non so se è più costosa, temo di sì, ad ogni modo è più fragile. Inoltre, non vorrei trovarmi con due sporte piene di spesa sotto un acquazzone e vedere tutta la roba che scivola per la strada perché mi si sono sciolte le buste. Quelle di carta sono il miglior compromesso, ma o si comincia davvero a fare riciclaggio in Italia (perché ora non è limitato il riciclaggio, non esiste proprio) o si stagliuzzano un bel po' di alberi. Buste di tela?
Come idea di base c'erano le buste biodegradabili,ma effettivamente adesso che mi ci fai pensare,se piove ti ritrovi con le mani in mano.Le buste di tela sembrerebbero l'idea migliore. Il riciclaggio in Italia non so quanto funzioni,per esempio dove vivo io c'è ma non è severo come dovrebbe,infatti basta fare un paio di km fuori dal centro che trovi cassonetti per gettare tutto quello che ti pare come vuoi.Nel comune di fianco al mio non si fa, ma la cosa piu' interessante è che mi piacerebbe veramente vedere dove vanno a finire le cose che gettiamo.Non conosco nei dettagli l'attendibilità del tg satirico che va in onda alle nove di sera sul quinto canale,per non fare pubblicità occulta,ma in un servizio abbastanza recente hanno mostrato che tutto quello che noi ci preoccupiamo diligentemente di dividere,viene poi gettato tutto insieme.Fino a quando questo è il funzionamento amministrativo di sto stato,c'è gran poco da fare. Ad esempio ho un amico olandese,che viene spesso in Italia per lavoro,e ogni volta resta sconvolto da quella che noi chiamiamo raccolta differenziata,in quanto nei paesi bassi già da anni separano il vetro non solo dal resto,ma lo dividono anche in base al colore,dividono carta da cartone ,plastica da lattine(cosa che in moltissimi comuni on avviene)e quant'altro. Noi siamo troppo arretrati sotto questo punto di vista credo.
Ciò che notava il tuo amico era proprio quanto intendevo dicendo che in Italia non esiste la raccolta differenziata. Il vetro scuro non può essere messo con quello bianco o verde perché, come si può ben capire, non si potranno mai fare bottiglie verdi, biance o scure se si mischia tutto. Chi è stato in Germania avrà certo visto la fila di cestini diversi per ogni tipo di rifiuto.